Una teologia ebraica contemporanea della creazione: dibattito

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    CITAZIONE (Maurizio 1 @ 21/3/2019, 08:42) 
    www.youtube.com/watch?v=PaVO3drL0V8




    E' un piacere essere qui.
    Siamo stati vicini per molto tempo, e solo occasionalmente io ho parlato qui.
    Quindi è bello avere una possibilità di parlare, e vi sono grato per per averla organizzata.
    Quello della creazione è stato un argomento trascurato trascurato nella teologia ebraica durante il XX secolo.
    Ma il XX secolo e' stato un tempo, si potrebbe dire, in cui gli ebrei non hanno avuto un enorme quantita' di tempo per occuparsi di teologia.
    Erano impegnati a fare altre cose
    E' stato probabilmente il più drammatico secolo di trasformazione nella storia del popolo ebraico, dall'inizio del primo secolo dell'era cristiana,
    secolo in cui avvenne la grande dispersione e tutte le altre cose che accaddero in quel periodo.
    Il ventesimo e' stato il secolo in cui un terzo del popolo ebraico e' stato assassinato, e' molto tempo della seconda meta' del secolo e' stato impiegato per ricostruirsi e riprendersi da quell'evento traumatico.
    E' stato impiegato quindi, a pensare molto all'identita nazionale, all'essere un popolo, a muoversi verso l'essere uno stato e tutte le cose che sono successe su cui ora io non devo dilungarmi, tra cui specialmente il giorno dell indipendenza di Israele.
    Ma oltre a queste cose ovvie vi sono altri motivi per cui quell'argomento era una questione trascurata.
    Se c'era tempo per qualche teologia nel XX secolo, c'erano due
    questioni teologiche di spicco che avrebbero fatto piazza pulita di qualsiasi altra cosa.

    Una era la questione della provvidenza.

    Come puo Dio avere permesso che accadesse questa cosa terribile?
    E se e' accaduta, questo cosa ci dice in riguardo a Dio?


    Se ci fossero state questioni teologiche su cui gli ebrei si potevano interrogare nel xx secolo quella era la questione teologica fondamentale.

    L'altra questione che ando' al suo fianco fu:

    Credi ancora in una rivelazione letterale, verbale della Torah, che Dio ha pronunciato ogni parola?"
    E se Dio non ha pronunciato ogni parola,
    allora c'è qualche autorità che l'ha rilasciata? Ci sono ragioni per vivere per questa?
    Queste due domande erano le grandi domande teologiche.
    La domanda sulla creazione, come potete vedere, innanzitutto non distingueva gli ebrei da tutti gli altri.
    Era un problema di tutti. E gli ebrei come gruppi minoritari sono interessati a dire:
    In che modo siamo diversi? Cosa è unico nella nostra tradizione? Come siamo distinguibili dalla cultura di maggioranza?
    Ed inoltre era anche una domanda imbarazzante. E 'stata una domanda imbarazzante perché noi abbiamo capito con il passare del tempo,
    dopo Darwin e la generale accettazione dell'evoluzione, siamo arrivati ​​a capire che non dobbiamo credere in questa storia che è nella nostra Torah.
    Eppure è ancora la nostra storia. Abbiamo una intima relazione con essa.
    Io la recito ogni venerdì sera, mentre prendo la mia tazza,
    Recito, "Cielo e Terra erano finiti, loro e tutti i loro ospiti il ​​sesto giorno. "
    E ho un amore per quella storia. Ho una relazione con quella storia. Ho un impegno con quella storia.
    Ma che non può essere caratterizzata come credenza. Io non credo a quella storia come spiegazione di come è successo.
    È una relazione diversa dalla credenza.
    Ma quella dissonanza tra impegno e credenza, possiamo dire tra impegno personale e esistenziale con quella storia, con quella
    narrativa e la credenza che tutto cio' è successo, tutto cio' era una dissonanza imbarazzante.
    Non sapevamo quasi cosa fare con cio'.
    Gli ebrei, vedete, non sono il tipo di persone che si potevano svegliare alla mattina per fare il processo alle intenzioni dicendo:
    "siamo contrari all'evoluzione."


    Gli Ebrei, dopo tutto, vedono se stessi come parte di una comunita' istruita.

    Ci aspettiamo che i nostri figli vadano all'universita di medicina, dopotutto.
    E così l'idea di svegliarsi e di opporsi all'evoluzione
    è qualcosa che non era un bel ruolo, un ruolo sociale, un ruolo sociale o intellettuale che volevamo.
    E dagli anni '60, un famoso rabbino ultra ortodosso, Lubavitcher Rebbe, il leader
    del movimento Chabad, si alzo e disse:

    "No, No, il mondo è stato creato 5.762 anni
    fa, qualunque cosa fosse!
    E Dio ha messo i fossili lì per testare la nostra fede!
    E Dio ci ha dato l'invenzione della datazione al carbonio per mettere alla prova la nostra fede!

    E noi tutti abbiamo sorriso e dicemmo:

    va bene, lui è Lubavitcher Rebbe,
    Questo è la sua opinione.

    Ma nessun altro ,alla sua sinistra, diciamo, nell'ampio spettro dell'ebraismo ha preso sul serio questo punto di vista.
    Ma allora cosa dici?

    (Interruzione per domanda dal pubblico. non udibile.)
    Bene, è giusto,perché, dopo tutto, aveva una stessa educazione occidentale.
    E così era un po 'come svolgere un ruolo in diversi modi.
    Questo è quello che devo dire nel mio ruolo ufficiale di Lubavitcher Rebbe, ma andiamo avanti.
    Era un po 'come questo.

    Ma allora dove siamo?
    Quindi era una questione che era meglio lasciare da parte.


    E quindi cosa successe?
    che la religione esistenziale,quella che era davvero la principale spinta della teologia, direi
    negli anni del dopoguerra, attraverso Heschel, i seguaci di Rosenzweig e gli studiosi di Rosenzweig,
    Loro possono in qualche modo aver messo tra parentesi la questione della creazione.
    Perché conta solo il tuo impegno personale e la tua personale relazione con Dio.
    e la tradizione come un veicolo per la tua vita devozionale personale.
    E esattamente quello che si deve fare con la creazione del mondo
    era in qualche modo qualcosa che sembrava potere essere lasciata da parte.
    Certo, non era vero per la teologia ebraica classica. Consentitemi di chiarire questo punto.
    nelle grandi classiche teologie ebraiche ebraiche la rivelazione è la questione centrale.
    Guarda i due grandi edifici teologici del giudaismo medievale, Maimonide e lo Zohar,
    entrambi sono completamente centrati sulla questione della creazione.
    Maimonide si impegna molto nell' insistere che gli aristotelici non hanno abbastanza
    provato che la materia non può essere creata o distrutta.
    Perché una volta che dici che c'è nessuna creazione, la materia è eterna,
    allora entrambi le possibilità, quella del miracolo e la possibilità della profezia cadrànno sul ciglio della strada.
    Ha detto che sarebbe la migliore cosa che gli aristotelici potevano provare,.
    Avremmo, infatti, dovuto reinterpretare la Torah alla luce di quella prova.
    E quello fu una delle dichiarazioni più controverse di Maimonide
    Ma per ora, disse Maimonide non è stato dimostrato, e quindi,
    possiamo ancora rivendicare che Dio è l'autore della creazione e, quindi,
    poiché ha potuto fare il maggiore miracolo di creare il mondo,
    Lui può fare i miracoli minori di dividere il Mar Rosso o qualsiasi altra cosa affligge Israele o
    Quindi anche altri miracoli tra cui la profezia dipendono dalla creazione.

    La grande teologia mistica del giudaismo medievale era quello dello Zohar.
    E questo è un lavoro che è costantemente sulla creazione.
    In ogni pagina dello Zohar, il processo di creazione si sta ripetendo.
    L'energia divina scorre dal mistero infinito, da [INAUDIBLE] in basso attraverso il [INAUDIBLE] ,,
    giù attraverso le varie manifestazioni del divino,
    unisce le coppie, e poi i mondi inferiori nascono fuori di esso.
    E tutto nella Torah, tutto nell'insegnamento è in qualche modo una ripetizione di quel processo.
    Quindi non esiste nessuna classica teologia ebraica senza creazione.
    Direi che quando tu torni dai maestri, quando torni indietro prima del Medioevo alla teologia dei saggi,
    si parla molto di colui che ha creato, colui che ha parlato e ha creato il mondo.
    Il libro di preghiere, che abbiamo, è ancora il tradizionale Libro di preghiere ebraico,
    che è stato editato probabilmente tra l'ottavo o il nono secolo
    ma il cui testo risale ai tempi del Talmud al quarto o quinto secolo,
    Cominci il tuo servizio serale ogni sera ringraziando Dio che fa accadere la sera
    fa accadere la sera.
    Ogni mattina noi diciamo "sia benedetto Dio
    che ha parlato al mondo nel suo formarsi essere.
    La creazione verbale, l'idea che Dio parla al mondo nel suo formarsi, è qualcosa
    che succede ogni giorno
    Ogni giorno Dio parla giorno e dice sera e sera avviene
    il senso che la parola è alla base della creazione.
    Quel nominalismo estremo che dice che la vera creazione è la creazione della parola e attraverso la parola
    rimane davvero molto ali centro del giudaismo rabbinico.

    Ciao Maurizio, da quel che so io, la parola ebraica tradotta giorno, cioè yohm, può anche significare lunghi periodi di tempo non definiti.


    Cit.:

    Quanto durarono i giorni creativi?
    Che dire della durata dei giorni creativi? Furono di 24 ore letterali? Secondo alcuni, dal momento che Mosè, lo scrittore della Genesi, in seguito menzionò il giorno che fece seguito ai sei giorni creativi come modello per stabilire il sabato settimanale, ciascun giorno creativo deve essere stato di 24 ore letterali. (Esodo 20:11) La Genesi sostiene questo ragionamento?

    No, non lo sostiene. Il fatto è che il termine ebraico tradotto “giorno” può essere usato in riferimento a unità di tempo di varia durata, non solo a un periodo di 24 ore. Per esempio, riassumendo l’opera creativa di Dio, Mosè parla di tutti e sei i giorni creativi come di un solo giorno. (Genesi 2:4) Inoltre il primo giorno creativo “Dio chiamava la luce Giorno, ma chiamò le tenebre Notte”. (Genesi 1:5) In questo caso solo una parte delle 24 ore è definita “giorno”. Di sicuro, nelle Scritture non ci sono elementi per affermare in modo arbitrario che i giorni creativi fossero di 24 ore ciascuno.



    Cit.:

    La creazione

    Dio ha creato la terra in soli sei giorni di 24 ore come asseriscono alcuni creazionisti?
    “In principio Dio creò i cieli e la terra” (Genesi 1:1)

    COSA DICE LA BIBBIA
    Dio ha creato l’universo, compresa la terra, in un momento imprecisato del passato o, come dice Genesi 1:1, “in principio”. La scienza moderna è d’accordo nell’affermare che l’universo ha avuto un inizio. Secondo un recente modello scientifico l’universo esisterebbe da circa 14 miliardi di anni.

    La Bibbia parla anche di sei “giorni” creativi. Ma non dice che fossero giorni di 24 ore (Genesi 1:31). Infatti nella Bibbia la parola “giorno” si riferisce a periodi di tempo più o meno lunghi. Per esempio l’intero periodo della creazione viene definito il “giorno che Geova Dio fece terra e cielo” (Genesi 2:4). È evidente che questi “giorni” creativi durarono molti millenni (Salmo 90:4).



    Cit.:

    La Parola giorno può riferirsi a un periodo di tempo più lungo. In II Pietro 3:8 ci è detto: “Un giorno è presso Geova come mille anni e mille anni come un giorno”. E questa parola può includere un periodo di tempo anche più lungo, poiché Esodo 20:11 afferma: “Poiché in sei giorni Geova fece i cieli e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi, e si riposava il settimo giorno”. Questo si riferisce ai periodi di tempo creativi, ciascuno dei quali, a giudicare dal settimo, risulta di 7.000 anni. Comunque, la parola biblica giorno può significare un periodo di tempo anche più lungo, che include tutti i giorni creativi insieme. Genesi 2:4 dichiara: “Questa è la storia dei cieli e della terra nel tempo in cui furono creati, nel giorno che Geova Dio fece la terra e il cielo”. La parola usata in questo senso include dunque evidentemente un periodo di tempo molto più lungo di ciascun giorno creativo.


    Cit.:

    “GIORNO” NELLE SCRITTURE

    È chiaro che questo eterno Creatore, Geova Dio, considera il tempo in maniera diversa da come lo consideriamo noi semplici mortali, con una vita che dura settanta o ottant’anni. Un piccolo bambino non considera forse il tempo in modo diverso da come lo considera una persona che è piuttosto avanti con gli anni? Dodici mesi possono sembrare un tempo molto lungo per un bambino, ma alla persona anziana pare semplicemente che gli anni volino. Come deve dunque l’“Antico dei Giorni” considerare diversamente il tempo da come lo consideriamo noi mortali! Ovviamente, quando nella sua Parola Geova parla di un “giorno” o di “giorni”, non dobbiamo pensare che intenda sempre giorni di ventiquattro ore. Può riferirsi ad essi oppure no.

    Riscontriamo pertanto che la parola ebraica per “giorno”, yohm, è usata in vari modi nella Bibbia. Nel racconto stesso della creazione “giorno” è usato in riferimento a tre diversi periodi di tempo. “Giorno” è usato in riferimento alle ore diurne, come quando leggiamo: “Dio chiamava la luce Giorno, ma chiamò le tenebre Notte”. È usato anche per intendere sia il giorno che la notte, come quando leggiamo: “E si fece sera e si fece mattina, un primo giorno”. E “giorno” si usa pure in riferimento all’intero periodo di tempo impiegato nella creazione dei cieli e della terra: “Questa è la storia dei cieli e della terra nel tempo in cui furono creati, nel giorno che Geova Dio fece la terra e il cielo”. — Gen. 1:5; 2:4.

    Inoltre, più di una volta Geova Dio usò il giorno per rappresentare un anno. Fece questo in relazione agli Israeliti nel deserto e al suo profeta Ezechiele. La sua Parola dice: “Un giorno per un anno, un giorno per anno risponderete dei vostri errori”. “Un giorno per un anno, un giorno per un anno, ti ho dato”. (Num. 14:34; Ezec. 4:6) Si può dire la stessa cosa della profezia di Daniele che predisse la venuta del Messia alla fine delle sessantanove “settimane”. Il Messia venne non alla fine di sessantanove settimane letterali, o 483 giorni, ma alla fine di 483 anni. (Si veda La Torre di Guardia del 1967, pagg. 487, 488).

    Non solo un anno, ma anche mille anni sono a volte rappresentati come un giorno nella Parola di Dio. Come disse meditando il profeta Mosè: “Poiché mille anni sono ai tuoi occhi come ieri quando è passato, e come una veglia durante la notte”. L’apostolo Pietro esprime il punto in modo anche più vigoroso: “Non sfugga alla vostra attenzione questo solo fatto, diletti, che un giorno [greco, he·meʹra] è presso Geova come mille anni e mille anni come un giorno”. — Sal. 90:4; 2 Piet. 3:8.

    Sì, nelle Scritture Greche Cristiane “giorno” è usato anche in riferimento ad altri periodi di tempo, non solo a ventiquattro ore. Per esempio, Gesù disse una volta: “Il padre vostro Abraamo si rallegrò grandemente alla prospettiva di vedere il mio giorno, e lo vide e si rallegrò”. Similmente leggiamo di tali espressioni usate dai suoi seguaci come “giorno di Cristo”, “giorno di Geova”, e “il gran giorno dell’Iddio Onnipotente”. Certo nessuna di esse si limita a sole ventiquattro ore. (Giov. 8:56; Filip. 2:16; 1 Tess. 5:2; Riv. 16:14) Quanto si è detto rende chiaro che il “giorno” dal punto di vista di Dio non si limita necessariamente a ventiquattro ore.

    LUNGHI VENTIQUATTRO ORE?

    Comunque, nella cristianità, molti, in particolare i cosiddetti fondamentalisti, insistono che i giorni della creazione menzionati in Genesi, capitolo primo, fossero lunghi solo ventiquattro ore. Naturalmente, giacché Geova Dio, il Creatore, è onnisapiente e onnipotente, avrebbe potuto benissimo creare tutte le cose menzionate nel racconto della creazione in sei giorni di ventiquattro ore. Ma dall’evidenza che si trova nelle rocce della terra e mediante i telescopi degli astronomi, pare che non facesse questo.

    Riguardo a questi giorni della creazione A Religious Encyclopædia di Schaff dice: “I giorni della creazione furono giorni creativi, stadi nel processo, ma non giorni di ventiquattr’ore”. Similmente Delitzsch dice nel suo New Commentary on Genesis: “Sono intesi giorni di Dio, presso di Lui mille anni non sono che come un giorno quando è passato, Sal. 90:4 . . . I giorni della creazione, secondo il significato della Sacra Scrittura stessa, non sono giorni di ventiquattr’ore, ma eoni . . . Per questo il terreno e umano calcolo del tempo non si può applicare ai primi tre giorni”.

    Alcuni non s’interessano neppure di considerare seriamente la lunghezza dei giorni della creazione. Un esempio di ciò sono i compilatori di Harper’s Bible Dictionary che dichiarano: “È inutile e superfluo cercar di mettere in armonia il racconto della Creazione in Genesi con la scienza moderna”. E The Interpreter’s Dictionary of the Bible (1962) definisce mitologico il racconto della creazione.

    Gesù Cristo, comunque, considerò il racconto di Genesi come realtà, poiché si riferì a quel racconto di Genesi come autorità e lo citò, dicendo: “Non avete letto che colui che li creò dal principio li fece maschio e femmina e disse: ‘Per questo motivo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno una sola carne’?” L’apostolo Paolo fu dello stesso parere, poiché disse che Dio “ha fatto da un uomo ogni nazione degli uomini” e che “Adamo fu formato per primo, poi Eva”. Per cui è nel nostro interesse, e non è affatto inutile, interessarsi di quanto furono lunghi i giorni della creazione. — Matt. 19:4, 5; Atti 17:26; 1 Tim. 2:13.

    Ma prima di considerare la lunghezza di questi giorni della creazione pare bene chiarire un comune malinteso. Questo malinteso è che la terra stessa fosse creata nei sei “giorni” della creazione. Il racconto biblico indica che l’universo, i cieli stellati, nonché questo pianeta terra, furono creati prima che cominciasse il primo giorno creativo della terra.

    Pertanto Genesi 1:1 parla della creazione dei cieli stellati e di questo pianeta terra, dicendo: “In principio Dio creò i cieli e la terra”. Quando avesse luogo questo “principio”, la Bibbia non lo dice. Solo più avanti nella Bibbia leggiamo intorno a ciò che Dio creò il primo “giorno”. I sei “giorni” creativi, perciò, implicano gli atti creativi di Dio nel preparare la terra già esistente come dimora umana, e non la creazione della terra stessa. Non c’è nulla nel racconto di Genesi, quindi, che contraddica le conclusioni scientifiche dei moderni scienziati che l’universo materiale, compresa la terra, può avere molte migliaia di milioni d’anni.

    Come dobbiamo dunque capire le parole del Quarto Comandamento, riguardo a Dio che fece i cieli e la terra in sei giorni? (Eso. 20:11) È utile comprendere che, come gli scrittori biblici usarono il termine “giorno” in più di un senso, così usarono anche i termini “cieli” e “terra” in più di un senso. Pertanto a volte l’atmosfera in cui volano gli uccelli è chiamata “i cieli”. (Ger. 4:25) Questa distesa atmosferica o “cieli” fu fatta il secondo “giorno” della settimana creativa. Inoltre, solo il terzo “giorno” apparve l’asciutto. Si può dire dunque che la terra, intendendo l’asciutto, fu pure fatta durante la settimana creativa, ma questo non significa che la terra, il globo o pianeta stesso, fosse creato allora. — Gen. 1:6-10, 13.

    LUNGHEZZA DEI GIORNI CREATIVI

    Quanto furono dunque lunghi questi “giorni” della creazione? La Bibbia ci fornisce un’indicazione circa la lunghezza del settimo giorno. Giacché questi “giorni” fecero tutti parte di una ‘settimana’, è ragionevole pensare che questi “giorni” fossero tutti della stessa durata.

    Per quanto riguarda la durata del settimo giorno è davvero interessante che la Bibbia non dice nulla di ‘una sera e una mattina’, di un principio e di una fine del settimo giorno come avviene nel caso degli altri sei giorni. Questa è un’omissione significativa. Il racconto dice semplicemente: “Dio benediceva il settimo giorno e lo rendeva sacro, perché in esso effettivamente egli si riposa da tutta la sua opera”. — Gen. 2:3.

    La sola conclusione logica a cui possiamo pervenire è che il settimo giorno continuasse. Sostiene la Bibbia questa conclusione? Sì, la sostiene, poiché parla di Geova Dio che ancora si riposa migliaia d’anni dopo la creazione. Pertanto in Salmo 95:8-11, leggiamo che Geova disse agli Israeliti nel deserto che non sarebbero entrati nel suo riposo a causa della durezza del loro cuore. Questo mostra che Dio si era riposato dalle opere del genere descritto nei capitoli uno e due di Genesi dalla creazione di Eva fino a quel tempo, per più di 2.500 anni.*

    Il salmista Davide, circa 400 anni dopo, parla in Salmo 95:8-11 d’entrare nel riposo di Dio nel suo giorno. E quindi più di mille anni dopo il tempo di Davide lo scrittore di Ebrei parla di Geova Dio che ancora si riposava nel suo giorno. Egli consiglia ai cristiani di non essere come gli Israeliti nel deserto che non entrarono nel riposo di Dio, ma di fare “tutto il possibile per entrare in quel riposo”, nel riposo di Geova. A questo riguardo, dice che “rimane dunque un riposo di sabato per il popolo di Dio”. E giacché le parole dell’apostolo Paolo si applicano agli odierni cristiani, ne consegue che Geova gode ora del suo sabato o riposo dalla creazione fisica da quasi seimila anni. — Ebr. 4:9, 11.



    Aggiungo che in genesi 2:17 Dio disse ad Adamo:

    17 ma il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiarlo, perché nel giorno in cui lo mangerai sicuramente morirai”.

    Dice “nel giorno in cui lo mangerai”, ma Adamo non è morto quello stesso giorno, è vissuto fino a 930 anni.

    Scusate la lunghezza dell’intervento.


    Shalom a tutti.
     
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