Cherubini

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  1. Lea Sgarbi
     
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    Ci sono alcune risposte di Besasea, perché non li metti anche qui, come è tuo consueto fare?

    Edited by Maurizio 1 - 17/4/2020, 21:58
     
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    L'avrei fatto comunque ,prima o poi, magari abbinando un commento, comunque sia avevo invitato tutti a seguire la discussione mettendo il link
    Comunque non c'e' problema.
    In riguardo ai cherubini di Genesi che proteggono la via all'albero della vita Besabea dice:

    "I keruvim sono anche i venti e ciò si associa bene con la spada folgorante che sono i fulmini. Dio ha disposto dei mezzi naturali per proteggere l'ingresso al Gan 'Eden.
    Dall'uso che ne fa la poesia biblica i keruvim sono i venti che muovono le nuvole, che sono i carri. Si può notare il parallelo fra vento e keruv nel salmo 18: וירכב על־כרוב ויעף וידא על־כנפי־רוח
    cavalcò sul keruv e volò, fu lanciato sulle ali del vento.
    La nube vulcanica del salmo 18 viaggia mossa dal vento.

    10 Cavalcava un cherubino e volava;
    volava veloce sulle ali del vento;
    trad. NR

    Questo salmo può dare delle buone indicazioni del tipo di keruvim di Bereshit, che possiamo anche definire di tipo vulcanico.

    Tuttavia secondo me non si associa bene invece con il verbo usato di radice שכן, abitare. Questo verbo mi fa optare più per l'interpretazione secondo cui i keruvim erano Adamo ed Eva, i custodi.
    Il termine keruvim è generico, non viene spiegato a chi o cosa si riferisce, ma c'è una he hayedi'a, un articolo determinativo a segnalare che si parla di qualcosa di noto. Chi sono i keruvim noti di cui il testo ha già parlato? Sono Adamo ed Eva e il termine keruvim assume il senso di "custodi".


    inoltre dice:

    Stamattina ho letto alcune traduzioni della Bibbia, ma tutte seguono lo stesso stile tradizionale e sono parecchio lontane dal contesto ebraico e la sua terminologia. Ho sentito di un italiano che ha fatto una traduzione moderna del Pentateuco con stile nuovo, diverso, pensando egli di rimanere il più possibile conforme al testo ebraico, ma pare che anche lui commetta errori grossolani. Appena ho il testo ne riparliamo, ma forse qualcuno di voi lo conosce già essendo egli italiano (non ricordo il nome).

    Vediamo cosa sono i cherubini nel testo ebraico e come è usato il termine keruv nei diversi contesti biblici in cui appare. Faccio riferimento esclusivamente al testo originale ebraico. Quindi alcune cose non li troverete nelle traduzioni, ma confido nell'aiuto di Gianni e Noiman.

    I keruvim sono coloro che tirano la merkhavah, il carro. Sono generalmente cavalli e buoi.
    Secondo Abraham Bruno Karav e rakav sono un'unica radice che generano i termini Keruv e Merkhava. L'inversione della posizione delle lettere nelle radici ebraiche è cosa nota e non desta alcuna perplessità in chi conosce a fondo la lingua ebraica. Ora vado a memoria, ma faremo anche degli esempi e citazioni. La stessa relazione intercorre anche fra 'egel (bue) e 'agalah (carro) entrambi dalla radice עגל che esprime la forma circolare della ruota del carro. Vedremo che anche il termine keruv è messo in relazione con la forma circolare ed esprime sostanzialmente lo stesso concetto.
    Come il keruv (un bue o un cavallo) tira il carro cosi anche il condottiero tira il carro del suo popolo. Quindi Keruv è anche un condottiero, ecco perché il re di Zur è chiamato Keruv. Egli sta in testa al popolo, ma anche lo protegge. L'idea della protezione è espressa dall'altro senso di Keruv, che esprime la forma circolare della ruota del carro e (anche della corona), come attorniare con una siepe per proteggere. Anche in relazione a questo significato il verbo di radice סכך usato con Keruv esprime una protezione a rete.

    Il Midrash attribuisce il senso di cavallo al Keruv (poi citeremo il salmo e relativo midrash).

    Nella visione di Ezechiele gli esseri viventi hanno quattro facce, una di queste è di bue, ma succesivamente questa viene detta di keruv.

    Keruv è il motore del carro, che è solitamente un bue o un cavallo, ma nelle visioni di Ezechiele sono anche il vento e le nuvole.
    Il midrash identifica i due cherubini dell'Eden con Adamo ed Eva. Essi sono Keruvim in quanto ne erano i custodi/protettori; ma secondo Abraham Bruno, sono Keruvim, in quanto sono i progenitori dell'umanità. Adam fu il primo re del mondo cui si addice il titolo di Keruv come nel caso biblico del re di Zur.
    I keruvim sono anche le chiusure del coperchio dell'aron. Quando si descrive la costruzione dell'aron nel deserto si descrive il suo coperchio e le sue chiusure protettive. Ogni cassaforte si contraddistingue da questi tre elementi: la cassa, lo sportello e la serratura.
    Nel caso della nostra cassaforte (l'aron haberit), le serrature costituiscono in due chiusure protettive molto sofisticate che oltre a serrare ermeticamente l'aron, secondo il talmud si chiudevano su se stesse con un'altra chiusura a maschio e femmina in modo da costituire una protezione supplementare. Anche la cortina del tempio e le sue pareti avevano strutture simili, ma purtroppo le traduzioni intendono tutt'altra cosa. Poi all'occasione spiegheremo anche cosa sono le timrot le araiot (uriot) e tutti gli altri termini oscuri che si ripetono insieme a Keruvim e che sono stati interpretati come semplici raffigurazioni dalle comuni traduzioni.

    Concludo per ora con la frase che ripeteremo stasera nella hagadàh di Pesach, che metteremo poi in relazione con l'argomento:

    dam, esh wetimrot 'ashan.

    Pesach Sameach le cullam"

    in riguardo a parole ebraiche di due sillabe con consonanti invertite Besabea dice:

    "Alcune di queste inversioni dell'ordine radicale sono state interpretate come metatesi, ignorando spesso che tutte seguono una radice di base.

    Ahavah אהבה, amore, di radice אהב ahav, amare, che invertendo in אבה avah significa volere.
    Vedi ולא אבה לשלחם Esodo 10,27, ma soprattutto Genesi 24,5.

    kachash כחש, negare gen 18.15 che invertendo in chashakh חשך, oscurare vedi חשך השמש בצאתו
    Isaia 13.10 o in shakach שכח, dimenticare.
    Shamar שמר, conservare, proteggere, che invertendo in rasham רשם significa annotare (si prende nota per non dimenticare).
    Keruvim significa shomrim, protettori. Come abbiamo detto prima il keruv è colui che tira il carro e in senso figurativo è il condottiero, il re. In arabo keruv è il nobile. I saggi del talmud fanno anche notare che כרבים keruvim si compone anche di כ-רב, come grande. Anche nella radice shamar שמר abbiamo una simile corrispondenza ש-מר, "che è dominante", ma anche invertendo mantiene lo stesso significato ש-רם, "colui che è eccelso". Questi termini per esprimere protezione hanno il senso comune di grandezza perché è il grande che protegge il piccolo.
    Vediamo possibili inversioni della radice karav da cui deriva keruv:
    בכור, bekhor, primogento, che ancora mantiene il senso di grandezza e priorità.
    בכיר, bakhir, è il figlio più grande.
    Invertendo ancora in כבר kvar, prima di, senso di priorità. כבר היה לעלמים Kohelet 1.10

    Come già spiegato keruv כרוב è colui che tira il carro, רכב, rechev, merchavah. Abbiamo detto che questi sono buoi o cavalli.
    Anche l'inversione in בכר bachar genera i termini בכרה, bikhrah: בכרה קלה משרכת דרכיה geremia 2.23. Vedi anche: בכרי מדין Isaia 60.6. Becher è la nave del deserto, il cammello.

    Generalmente si fa derivare il termine keruv da karibu/kuribu che si suppone sia un toro con le ali e con testa d'uomo nelle antiche religioni idolatriche, ma questa supposizione non si adatta per varie ragioni e poi sarebbe dovuto essere כורב, korev e non keruv. In accadico karabu significa ginocchio, in ebraico berek ברך, ma anche in arabo meridionale.
    Berekh, ginocchio è il senso base di keruv. Il ginocchio del keruv, bue o cavallo che sia, camminando genera un movimento a ruota. Qui rekhev, carro deriva da questo senso base come analogamente 'egel עגל, vitello, tira agalah עגלה, carro deriva da עגול, 'agol, circolare, la forma della ruota del carro.

    La radice di Keruv, karav כרב significa anche "arare" nelle lingue semitiche in arabo e in aramaico. Per arare si usa il toro e anche qui si conserva lo stesso senso. Il keruv/toro è il mezzo con cui si fa l'azione del verbo espresso con la radice karav. In Ezechiele il toro del primo capitolo è poi chiamato keruv nel cap.10.
    Ma non solo, come ha fatto notare Lea, c'è anche in italiano relazione fra arare e ara, misura della superficie della terra da arare.
    La misura di superficie espressa in 2re 5.19 כברת ארץ, kivrat haarez nel targum, in aramaico è stato tradotto con כרוב ארעא keruv 'ar'a.Notate l'inversione radicale כבר-כרב.

    Precedentemente abbiamo citato il salmo 18:
    רכב על כרוב ויעף וירא על כנפי רוח
    cavalcò un keruv e volò, fu lanciato sulle ali del vento.

    Ora nota l'inversione qui:
    השם עבים רכובו המהלך על כנפי רוח
    che mette le nuvole come suo rekhuv che cammina sulle ali del vento.


    Chag Sameach le cullam.

    fa delle nuvole il suo carro,
    avanza sulle ali del vento;
    4 fa dei venti i suoi messaggeri,
    delle fiamme di fuoco i suoi ministri.
    salmo 104.3,4 Trad. NR"


    Sempre Besabea dice:

    I cherubini avevano le ali spiegate; l'ala di uno toccava la parete e l'ala dell'altro toccava l'altra parete; le loro ali si toccavano in mezzo al tempio, ala contro ala.
    1Re6.27 trad.CEI
    Se i keruvim fossero stati delle raffigurazioni ornamentali e le ali fossero una riproduzione di ali di uccelli come nelle raffigurazioni angeliche, non sarebbero disposte in modo che queste tocchino i muri e si toccano fra loro. Anche il peggiore degli architetti avrebbe lasciato degli spazi.
    Il termine ebraico tradotto con "ala" è kanaf ed è molto generico, significa letteralmente "ala" solo quando si parla di volatili, ma in tutti gli altri casi ha svariati significati, fra cui: angolo, lembo dei vestiti, punto cardinale, confine nazionale, raggi solari e altro ancora. Ogni significato viene attribuito dal contesto. Se pensiamo che i Keruvim hanno le ali di conseguenza daremo noi il senso di ala, ma come abbiamo visto il senso base di Keruv è il toro o il cavallo e questi non hanno ali.
    I Keruvim non hanno ali, queste derivano da un'incomprensione dei keruvim di Ezechiele in cui le quattro zampe dei keruvim/tori sono state interpretate come quattro ali.
    Il termine canaf in alcuni casi ha senso di caf, palmo della mano o pianta del piede, nuvola, e cose che consistono in una superficie.

    Si veda per esempio questo verso dei profeti posteriori:
    וזרחה לכם יראי שמי שמש צדקה ומרפא בכנפיה
    Per la NR il sole ha le ali:
    Ma per voi che avete timore del mio nome
    spunterà il sole della giustizia,
    la guarigione sarà nelle sue ali;
    Malachi 4.2 NR

    Ma sono invece i raggi solari, come traduce la CEI:

    Per voi invece, cultori del mio nome, sorgerà il sole di giustizia con raggi benefici
    CEI Malachi 3.20

    I kanfei ruach (ali del vento) del salmo 18 e 104 sono le quattro direzioni del vento ovvero i quattro punti cardinali.

    Qui invece sono lontani confini territoriali:
    אשא כנפי שחר אשכנה באחרית ים
    Prenderò i confini del sol levante, andrò ad abitare all'estremo ovest.

    Ma per la NR anche l'alba ha le ali:
    Se prendo le ali dell'alba
    e vado ad abitare all'estremità del mare,
    Salmo 139.9 NR

    Quindi riepiloghiamo. Il termine Keruv è un termine tutto ebraico e non un prestito. E' un termine generico che secondo il contesto assume i sensi di protettore, progenitore, condottiero, re o il toro o cavallo che tirano il carro.
    Partendo da berech che designa la piegatura del ginocchio con il movimento circolare della ruota, a rechev carro. Chi tira il carro è figurativamente il condottiero keruv, che assumo il senso di protettore. Abbiamo esaminato tutte le inversioni radicali di karav, che sono in tutto sei. Li riassumiamo:
    1) כרב karav, in ebraico: arare, tirare il carro o l'aratro.
    2) רכב rakav cavalcare, carro
    3) רבך ravak, da cui revek, rumore ruota del carro
    4) בכר bakar primogenitura, priorità
    5) כבר kabar grandezza, da cui kabir, grande.
    6) ברך barak, da cui berek, ginocchio

    La locuzione "Yoshev haKeruvim" significa: Colui che regna sui Keruvim, i re, ossia Re dei Re.
     
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    Ho appena finito di scrivere un pre-commento sulle cose che ha detto Besabea, che volevo postare su Biblistica.eu
    Per ora lo posto solo qui perche' e' intervenuto Gianni a fare una domanda e non voglio interferire.


    Mi sono preso un po di tempo per leggere tutto quello che hai scritto e adesso desidero fare qualche commento.
    Il primo che vorrei fare (indipendentemente dall'andare a considerare il passo biblico specifico) e' questo:
    Riguardo ai cherubini presenti nel testo biblico hai detto che:
    sono prodotti meccanici di fonderia, sono serrature,sono tende, sono cavalli, sono gli animali che tirano i carri, sono condottieri umani, sono re, sono i venti, sono le nuvole, sono fenomeni vulcanici, sono uomini che proteggono o costudiscono qualcosa, sono i progenitori.
    In poche parole sembra quasi che il numero di significati diversi che questo termine assume nel testo biblico e' molto vicino al numero stesso delle volte che il termine appare, cosa che in generale non mi sembra mediamente tipica, ne razionalmente logica rispetto alla necessita' di qualunque scritto di comunicare qualcosa di specifico attraverso la dotazione di vocaboli di cui dispone la lingua.
    Un altra cosa che mi insospettisce e' che spesso l'esegesi ebraica ostenta sullo stesso termine o argomento una solida sicurezza in riguardo all'errore dell'esegesi interpretativa non ebraica ma contemporaneamente ribadisce che proprio su quel termine o argomento non si puo' essere sicuri di quale sia la corretta interpretazione.
    Ultima cosa da notare e che se io prendo l'interpretazione (generalmente non ebraica) di cherubini come creauture appartenente all'immaginario mitico , spesso utilizzate come cavalcature dalla divinita' per i propri spostamenti, a parte le obiezioni di coerenza ideologica, sono costretto a notare che in ogni punto del testo biblico in cui compare il termine se applico tale interpretazione il discorso segue il suo filo logico senza la necessita' di fare ipotesi diverse ogni volta.
    Questo a me fa pensare..
     
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  4. Lea Sgarbi
     
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    Se lo leggi direttamente in ebraico ha la sua logica. Leggi una frase tutta in ebraico e poi la confronti con un'altra tutta in ebraico e allora tutto torna. Ma come fai tu che confronti un termine, una nuova informazione che ti è stata data, con un testo tradotto ecco che appaiono le incongruenze.
     
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18 replies since 18/3/2020, 22:44   493 views
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